Per la “Festa della Mamma” 2022 abbiamo deciso di dare voce alle nostre Super Mamme, offrendo uno spazio nel quale riportare le proprie personalissime esperienze.

Libere di raccontare l’incrocio tra la propria vita lavorativa e quella familiare, abbiamo posto loro, nello specifico, le seguenti tre domande:

– Qual è il segreto, secondo te,  per un buon worklife balance ?

– Quale abilità da mamma è utile al lavoro?

– Quale consiglio per una mamma che cerca lavoro?

Festa della Mamma 2022

E il loro racconto è stato appassionato ed emozionante. Di seguito le loro testimonianze:

Sono una mamma dal 1 marzo 2012, giorno in cui il cuore di Marta ha cominciato a battere dentro di me. Sono mamma da quel preciso istante ed è nello stesso istante che ho percepito tutta la difficoltà che questa cosa avrebbe significato. Davanti a me fin da subito si è aperto un duplice scenario: o decidi di essere solo una mamma e metti da parte ambizioni e sogni lavorativi, o ti tiri su le maniche e scegli di essere una mamma che lavora. Io non ho scelto, ho sempre e solo perseguito la seconda strada.

Oggi Marta ha 9 anni e Giorgia ne ha 4, e posso dire con chiarezza, che quella seconda scelta, che a me è parsa ovvia, ma che in realtà è ancora la scelta secondaria per moltissime donne, è una scelta di coraggio e di fatica, ma è anche quella che moltiplica la gioia dei momenti vissuti insieme alle mie bambine, che fa sì che nessuno di essi sia mai scontato, che costruisce una relazione allargata e non morbosa, che ha reso le mie figlie aperte fin da subito a mille esperienze e a molteplici stimoli. Sono figlie di una mamma che non è solo mamma e che, quindi, non si approccia a loro solo come tale, ma anche come donna, come persona inserita in un contesto più ampio di quello circoscritto alle sole mura domestiche, che mostra loro di impegnarsi in quello che fa e che a loro, con la sua vita, insegna che è necessario impegnarsi ogni giorno, ciascuno nelle proprie attività.

Negli anni insieme alle mie figlie, ho imparato a destreggiarmi in mille problematiche, coinvolgendole in giornate organizzate ad incastro, in meccanismi di precisione estrema, e ponendole mai davanti ai problemi ma sempre e comunque di fronte alla ricerca di una veloce soluzione al problema che si era presentato. Da donna e madre che lavora la sola cosa che non si ha, è il tempo per far sì che quel problema possa far fermare la giornata.

Quando al mattino scendiamo giù per le scale per andare a scuola, spesso mi sento come il Bianconiglio che corre urlando “è tardi, è tardi, …” e le mie bambine sono come Alice: mi seguono cercando con fatica di tenere il mio stesso passo. Sono certa, però, che impareranno a camminare al mio fianco e un giorno saranno loro stesse il Bianconiglio che indica la strada.

Per esperienza posso dire che non esiste un equilibrio che sia stabile e duraturo nel tempo tra vita privata e vita professionale, perché la vita di una mamma vive di equilibri sempre nuovi dettati dalle fasi della vita del suo bambino. Il percorso non è stabile ma, al contrario, altalenante e pieno di improvvisi ostacoli e novità e, anche la mamma super organizzata e concreta, non avrà mai la piena conoscenza e il pieno controllo su quello che accadrà domani. Quello che conta davvero è avere una motivazione forte, essere pienamente certe che il nostro lavoro ci realizza come persone e che, per questo, possiamo affrontare tutto senza demolire il nostro essere madri. Una mamma è capace di aumentare la propria produttività riducendo il proprio orario di lavoro ma, per far ciò, è necessaria tanta determinazione, tanta positività e tanta passione. 

Ripercorrendo le fasi di vita delle mie bambine posso dire di aver avuto diverse fasi della mia/nostra worklife balance.

Abbiamo: 

–      Sperimentato la ricchezza di vivere momenti individuali, io come donna che lavora e che vive tante ore fuori dalle mura domestiche, e loro che vivono tante altre relazioni al di fuori di quelle strettamente parentali, relazioni che aumentano le loro conoscenze, che alimentano la loro curiosità e ogni giorno accrescono il loro bagaglio di conoscenza.

Scoperto che la qualità del tempo passato insieme aumenta vertiginosamente, che condividiamo e non ci lamentiamo, che abbiamo piacere a stare con l’altro perché i momenti insieme non sono mai scontati, che siamo liberi pur essendo una famiglia.

–     Scartato il superfluo sia nelle relazioni sia nelle cose materiali. Non si può mai dire di poter fare tutto, sarebbe una grossa bugia. Ciascuno di noi ogni giorno compie numerose rinunce. Talvolta anche faticose ma le compie senza troppi indugi: sicuramente le mie bambine non sanno cosa significa avere la mamma che le aspetta fuori scuola, essere accompagnate a danza o alle feste di compleanno. Non hanno la mamma che le aiuta nei compiti, o che sta in cucina per ore a cucinare dopo aver raccolto le loro richieste. Sicuramente durante la giornata a me mancano i loro sorrisi, penso spesso a cosa mi stia perdendo e spesso cerco di trarre dai loro racconti serali quante più informazioni possibili, per cercare di immaginare le loro giornate. Sono numerose le volte nelle quali vorrei momenti spensierati per me, magari con qualche amica o collega, mentre, invece, frettolosamente torno a casa e nella testa comincio ad organizzare le attività in sequenza da fare senza sprechi di tempi morti, una volta varcata la soglia di casa. 

Una mamma è risolutiva sempre, difficilmente si ferma di fronte ad una problematica lavorativa perché questa le appare sempre meno complessa rispetto a tutto quello a cui è abituata. Una mamma è sempre avanti: riesce a vedere oltre, perché si è abituata ad osservare con gli occhi dei suoi bambini, vede e scruta perché ha una sensibilità che si alimenta in maniera inaspettata. Una mamma fa esercizio dei tempi dei suoi bambini, che non sono mai quelli di noi adulti, e quindi, è educata ad attendere fin dal concepimento, i tempi dell’altro anche quando questo non ce lo chiede. Una mamma sa comunicare utilizzando un registro che spesso semplifica laddove altri complicano e ingarbugliano.

A mio avviso le abilità di una mamma sono preziose. Magari sapessimo usare lo sguardo, la curiosità, la delicatezza, la dolcezza dei nostri bambini! Le nostre aziende sarebbero delle isole felici e le ore spese per i nostri team building, oggi sempre più necessari, diventerebbero momento di confronto positivo e occasioni di crescita esponenziali. 

Una mamma che cerca lavoro deve sapere prima di tutto valorizzare il suo essere mamma. Se si sceglie di lavorare non si può essere solo mamma, si deve essere in grado di essere una mamma che lavora. D’altro canto, un’azienda che assume una mamma non assume solo la donna, assume la donna che dedica tempo al suo lavoro ma che nelle sue giornate porterà anche il suo essere mamma. Se questa condizione non viene accettata o, peggio, rispettata, quel lavoro non è quello che fa per noi.

Una piccola esperienza: il Covid ha dato a noi mamme un duro colpo. Penso che nessuno più di noi mamme sappia cosa il Covid in termini di fatica e di rinuncia abbia significato.

Certform ha, senza alcuna esitazione, risolto numerose volte giornate che potevano essere molto buie. Certform è stata per mia figlia Marta la possibilità di fare Dad nonostante la mancanza di una babysitter, l’impossibilità di andare dai nonni, l’impossibilità della mamma di restare a casa. Certform è una famiglia e di questo io ne ho la certezza perché ne ho fatto esperienza insieme a Marta che spesso è stata accolta da colleghi e capi per intere giornate di Dad come se il tutto fosse normale, mentre tutti ben sappiamo che di normale non c’era poi granché.

Da questa esperienza posso quindi dire che noi mamme dobbiamo anche poter contare su un contesto lavorativo accogliente, che valorizzi il nostro essere uomini e donne che oltre al loro lavoro hanno molto altro con sé. 

Io ho le mie figlie, altri avranno il loro vissuto, ciascuno avrà la propria umanità. Ed è solo accogliendo questa umanità che potremmo aumentare quella motivazione che muove il  nostro correre per intere giornate e che aumenta la qualità del nostro lavoro anche quando intorno le condizioni non sono le migliori.

Filomena Ferraioli
Responsabile Amministrazione
Festa della mamma Filomena Ferraioli
Festa della Mamma 2022 – Filomena Ferraioli

“Mamma”… La parola che le mie orecchie sentono più di ogni altra, e non perché io trascorra gran parte delle mie giornate con i miei figli, anzi, credo sia un meccanismo automatico per cui ogni figlio (almeno i miei) sentano il bisogno irrefrenabile di chiamare “Mamma, mamma, mamma…” almeno una volta al minuto, anche se non ce n’è bisogno. È una melodia ed allo stesso tempo un martello pneumatico che rimbomba nella testa!!!

Sono diventata Mamma nel 2014, nel preciso istante in cui il cuoricino di Domenico ha iniziato a battere dentro me; fino a quel momento qualcuno mi chiamava Antonella, qualcuno con qualche affettuoso nomignolo, in tanti mi chiamavano Ingegnere o Dottoressa. Eh si, era questo quello che più di tutto mi sentivo, una trentenne nel pieno della sua carriera, realizzata da tanti punti di vista e con la voglia di arrivare sempre più in alto. Nessuno fino ad allora mi aveva mai chiamato “mamma”!

Dal 17/12/2014, giorno in cui ho finalmente incrociato gli occhi del mio primo grande Amore, e nei mesi a seguire la Mamma ha prepotentemente calpestato i piedi all’Ing. Cristiano per rubare quasi tutta la scena; nei primi anni di questa nuova avventura da mamma mi sono completamente spogliata dei panni di professionista per lasciare spazio solo a mamma Anto.

Sono stati anni bellissimi, anni di nuove scoperte, di piccoli attimi di gioia, di amore incondizionato ma sono stati anni in cui mi sono sentita incompleta, insoddisfatta (e per questo tremendamente in colpa!), ma seppur dura da accettare la verità era una sola: non sono nata per essere “solo” una mamma!

Non sono e non mi sento solo una mamma…sono una “Mamma che lavora”, una mamma che si barcamena tra, bimbi, marito, casa, spesa, attività sportive (dei figli, ovviamente), feste di compleanni (di quattrenni e settenni), una mamma che torna a casa da lavoro e desidererebbe solo avere il tempo di fare una doccia (magari prima delle 11 di sera), o rubare “a se stessa un’ora per andare in palestra, o bere un caffè con le amiche… ma non scherziamo proprio.. Un’ora di “libertà” scompiglierebbe tutti i programmi!

Eh si, la giornata di una mamma che lavora dovrebbe essere programmata in ogni suo aspetto, sembrerebbe essere questo il vero segreto di buon worklife balance… Ma quanto, questi programmi riescono ad essere rispettati?!? Quante volte dopo aver creato gli incastri perfetti per far in modo che mentre tu sei a lavoro i bimbi non restino a scuola fino a sera, che il papà li prenda a scuola, li porti a calcio e poi tu arriverai a prenderli ed invece…. tardi ad un appuntamento o ti ritrovi a dover tardare in ufficio ed allora al telefono con tuo marito, che poverino deve tornare a lavoro, senti le urla di tua figlia che reclama la mamma, il nervoso del padre che non sa che pesci prendere e tu che non puoi fare altro che correre in auto manco avessi una Ferrari, mentre lotti con i tuoi sensi di colpa, arrivi in tempo per prenderli, torni a casa per i compiti, i giochi, le docce, la cena, magari per stirargli le divise per la scuola del giorno dopo e poi svieni sotto la doccia. Non prima delle 23.

E quante volte, il giorno in cui hai un appuntamento di lavoro importante o una scadenza importante, tua figlia si sveglia con la febbre e magari quel giorno la baby sitter non è disponibile e tu devi pregare tua madre (che vive a 30km di distanza) a chiedere un giorno di ferie a lavoro e a raggiungerti a casa nel più breve tempo possibile? 

E quante volte, in questi ultimi anni, dall’oggi al domani ti sei ritrovata a dover andare a lavoro, con tuo figlio in DAD e la piccolina a casa perchè le scuole erano chiuse?

La verità è che quando la mattina ti svegli non basta aprire il tuo calendar per sapere quali saranno gli impegni della giornata, la “tua giornata” non è più “solo tua”… È la giornata della tua famiglia, il tempo che dedichi al lavoro diventa il solo “tempo per te” e devi cercare in ogni modo di bilanciare la tua PRESENZA con la tua ASSENZA… A lavoro cercando di essere quanto più efficace ed efficiente perché il tuo tempo è “sempre troppo poco”, a casa cercando di rendere di Qualità il tempo trascorso con i tuoi figli, condividendo con loro gioie e preoccupazioni, trasmettendo loro l’importanza di sentirsi realizzati nella vita, di dare il massimo in tutto ciò che si fa, di quanto molto spesso per raggiungere degli obiettivi sia necessario fare sacrifici.

Sembrerebbe quasi impossibile trovare un equilibrio in questo caos, eppure un segreto c’è a mio avviso… Prima di tutto amare il tuo lavoro (quanto la tua famiglia… o quasi), Sentirti a casa anche a lavoro ed imparare a chiedere aiuto (anche quando questo ti fa sentire piccola piccola).

Essere una mamma che lavora vuol dire saper trovare una soluzione ad ogni “problema” nel più breve tempo possibile.
Essere una mamma che lavora vuol dire riuscire a definire tempi, modi, responsabilità per ogni “impegno” della giornata.
Essere una mamma che lavora vuol dire riuscire a gestire 10 attività (completamente diverse tra loro) contemporaneamente. 
Essere una mamma che lavora vuol dire essere una Donna che ama i propri figli ma che ha scelto di lasciare la sua impronta anche come professionista.
Essere una mamma che lavora è tremendamente stancante ma è tutto quello di cui non potrei fare a meno!

E se una mamma mi chiedesse un consiglio… beh non potrei fare altro che dirle di ascoltare bene ciò che ha dentro, perché essere quello che sono io oggi è tanto tanto faticoso, ma la felicità che si prova nel fare goal a lavoro e tornare a casa, aprire la porta e ritrovarsi con quattro piccole bracciuzze attorno al collo ripaga di tutti i sacrifici e mi rende super felice!

Va da sé che far parte di una squadra in cui non sei un semplice numero, ma sei TU (ed in quel TU c’è tutto il tuo essere mamma) non solo fa la differenza, ma è il perno intorno al quale una mamma può costruire la sua carriera.

Antonella Stefania Cristiano
Account Manager
Festa della Mamma 2022 – Antonella Stefania Cristiano

Io sono mamma di Mattia, un bimbo solare e vivace che compie 2 anni ad agosto, ho vissuto l’intera gravidanza in pieno lockdown, e non ho mai smesso di lavorare, anche se da casa, ho continuato, per scelta, fino all’inizio del nono mese di gravidanza. Durante la gravidanza pensavo che sarebbe stato molto complicato gestire il mio lavoro in una città, lontano da casa affetti e aiuti, lontananza rafforzata dalla pandemia, insieme a mio marito pensavamo alle future possibili soluzioni e ci dicevamo “tutto si risolve e sicuramente ce la faremo”, e anche se vivevo lontano, mai per un attimo ho pensato di lasciare il lavoro. Sicuramente cambiano le priorità. Mettere al mondo un figlio significa dedicarti a lui e alla sua crescita e devi chiaramente cercare di creare quella condizione per cui lui ti tenga come punto di riferimento, sempre, anche se non riesci a dedicargli tutto il tempo che vorresti.

Io credo molto nel destino, e il destino ha voluto aiutarmi, perché durante la mia maternità ho avuto la possibilità di tornare a casa, grazie a Certform, che ha investito in una donna madre di un bimbo piccolo. E tutte quelle soluzioni che avevamo programmato io e mio marito non erano più necessarie, anzi abbiamo dovuto riprogrammare il nostro presente e futuro, con la consapevolezza che questa volta non eravamo più soli.

Quando ho cominciato in Certform mio figlio aveva sei mesi e qui ho iniziato a Sperimentare cosa significasse essere una mamma lavoratrice a tempo pieno.

Come già detto prima amo lavorare e non lascerei mai il lavoro, ho faticato tanto per essere dove sono e per mio figlio devo essere un esempio positivo, perché sono sicura che un giorno capirà; ammetto che conciliare le due cose è a volte complicato ed estenuante, la giornata inizia con sveglia presto e corse e termina con tante cose da fare e quindi corse, corse e ancora corse e tutto per tornare  a casa il prima possibile, una volta a casa cerchi di dare il 100% per cercare di compensare l’assenza di una giornata intera, in poche ore serali.

Ho cominciato a Sperimentare tanti piccoli sensi di colpa, perché in fondo tutto il tempo che trascorri fuori è tempo che togli a tuo figlio che sta crescendo senza di te.. Ad oggi penso di essermi persa già molte prime volte, come nuove parole o nuove azioni, personalmente faccio fatica anche ad organizzare qualcosa per me stessa, perché se organizzo dopo lavoro, tolgo tempo e se mi organizzo nel weekend tolgo ancora tempo nelle uniche giornate libere che ho da dedicargli. Poi lo faccio perché in qualche modo devi pensare anche a te stessa, in quanto donna… Ma ecco, il sunto è che si vive di tanti piccoli sensi di colpa, perché senti di togliere tempo e di perderti tanti pezzettini della vita di tuo figlio che non torneranno più.

Questi piccoli sensi di colpa però poi vengono ripagati anche dalla gioia che provi nel vedere le foto o video che ti mandano le maestre, che ritraggono un piccolo bimbo di neanche due anni che colora i lavoretti o interagisce con gli amici, o di quando scopri che il tuo bimbo sa già contare fino a 10 e non certo grazie a te ma grazie al fatto che, per forza di cose, ha dovuto cominciare l’asilo e sta già imparando tanto e io di questo sono super fiera.

Ho Scoperto di lavorare in un’azienda in cui c’è un ambiente familiare e sereno che per qualsiasi problema non ti pone ostacoli e ti viene incontro, infatti mi ha  permesso nel mese di novembre di fare l’inserimento all’asilo di mio figlio molto serenamente, ho Scoperto che i bambini sono molto abitudinari per cui il mio piccolo Mattia si è “abituato” a non vedermi per così tante ore, e la mattina mi rasserena quando mi saluta con il sorriso e senza piagnistei. Ho scoperto che è molto importante l’aiuto della famiglia, ho la fortuna di avere i nonni che si occupano del bambino quando non è all’asilo e senza di loro sarebbe tutto più complicato.

Ho scoperto che anche se offro poco tempo, mio figlio è sereno perché probabilmente il tempo che gli dedico è tempo di qualità e questo rende serena anche me e penso che questo sia molto importante perché mi fa andare avanti convinta che sto facendo la cosa giusta per me e per lui.

Ho scoperto che il nucleo familiare è molto importante e che non ci sono solo io a fare sacrifici e corse ma c’è anche mio marito, che viaggia per lavoro, ma è un grande super papà presente che con collaborazione e supporto fa sì che tutto fili liscio e che nostro figlio non si senta mai “abbandonato”.

Penso che comunque in Italia siamo ancora un po’ lontani rispetto dal concetto di Worklife Balance quindi “scarto” il sistema lavorativo che in generale, soprattutto in alcuni contesti, ahimè ancora non è in linea con le esigenze reali di una mamma che lavora.

Concretezza e ottimizzazione/gestione del tempo sono sicuramente le qualità che le mamme portano sul lavoro.

Ad una mamma che cerca lavoro, più che un consiglio sento di fare un augurio: di trovare un luogo di lavoro sereno, perché i pensieri di una mamma sono tanti e stare anche in un luogo poco piacevole potrebbe aggiungere ansie che poi una mamma porta a casa dai figli e poi do un incoraggiamento dicendole che si può fare. Io sono solo all’inizio, e per ora posso dire che può essere difficile, a volte ti mette a dura prova ma tutto svanisce quando vedi il tuo bimbo sereno.

Rossella Maresca
Consulente Responsabile Sostenibilità
Festa della Mamma 2022 – Rossella Maresca

Sono Maria, responsabile dell’area contabilità e mamma di Giusy, 16 mesi. Essere una mamma che lavora è un po’ croce e delizia. La delizia risiede sicuramente nella realizzazione personale, nel fare un lavoro che piace e gratifica e che ti completa come donna autonoma, realizzata. È l’esempio che mi auspico di essere per mia figlia: una donna realizzata e soddisfatta penso sia anche una mamma felice e piena di risorse per la propria bambina. 

Il poco tempo a disposizione diventa pieno di “qualità” e di voglia di fare cose insieme. 

La croce ovviamente risiede nel distacco: quale mamma non vorrebbe vivere sua figlia 24 ore su 24?

Essere una mamma che lavora ti impone anche una maggiore velocità nella gestione dei bambini, non hai tempo per i capricci o per aspettare che a tua figlia possa salire la febbre dopo il vaccino. Tachipirina per prevenzione e scappi in ufficio! 

Ma poi pensi che tutto, a mio avviso (da figlia di una mamma che ha sempre lavorato) aiuti tua figlia a crescere prima, più responsabile e con maggiore razionalità e non so se questo sia proprio un male. 

La capacità che oggi mi aiuta a lavoro, dopo la maternità, è sicuramente l’essere diventata multitasking più di quanto già non lo fossi prima. 

Il consiglio che mi sento di dare alle mamme che lavorano o che lo cercano è sicuramente quello di continuare a farlo: la maternità non può e non deve essere un ‘alternativa’ alle proprie aspirazioni. Amate i vostri figli e tanto, prima o poi lo capiranno.

Maria Manzi
Responsabile Contabilità
Festa della Mamma 2022 – Maria Manzi

Io nasco da mamma lavoratrice per poi passare ad imprenditrice con collaboratrici mamme e adesso mi accingo alla transizione a mamma imprenditrice.

Mi piacerebbe approfondire le fasi che ho vissuto, che vivo e che immagino di vivere. Quindi parto da figlia di mamma lavoratrice. Non nascondo che non è facile essere figlia di mamma lavoratrice, soprattutto quando si vive in contesti dove è radicato lo stereotipo della mamma casalinga, che “segue” nel vero senso della parola i propri figli, full time per qualsiasi minima cosa. Io non ho ricordi di mia mamma che mi veniva a prendere a scuola, per esempio, già alle elementari andavo a scuola con il pulmino, ma ho ricordi di una mamma sempre presente al momento giusto. Di una mamma che, nonostante fosse un insegnante, e fosse a casa di pomeriggio, quando facevo i compiti e le chiedevo cosa significasse una parola, rispondeva “Cerca nel vocabolario o nell’enciclopedia”. Già, a quel tempo si utilizzava l’enciclopedia, sembra il nome di un dinosauro, ma non lo è.

Solo con il tempo e con la maturità si realizza realmente qual è il vantaggio che una mamma lavoratrice può trasferire ai suoi figli. Una mamma lavoratrice lascia il messaggio che tutto è possibile, di quanto l’indipendenza e contare prima su se stessi siano una forza. Di quali sono i sacrifici che si è disposti a fare pur di raggiungere gli obiettivi, di soddisfare le proprie ambizioni. E di quanto sia importante avere a fianco un uomo che comprenda, perché anche questo è importante. 

Poi c’è stata la fase 2, ossia essere imprenditrice con mamme collaboratrici: già ero consapevole, avendo già avuto un vissuto pregresso, della forza delle mamme, ma il periodo pandemico per me le ha rese non più mamme, ma supereroine

Ho ricordi di videoconferenze con sullo sfondo piccoli che in maniera rumorosa giravano per casa, ma allo stesso tempo delle mamme concentrate e focalizzate sull’argomento, e non nascondo che ho invidiato questa loro concentrazione di mamme che gestivano l’imprevisto, l’apertura e chiusura delle scuole come se niente fosse. Di mamme che trovavano soluzioni rapide per la gestione degli imprevisti. Ma anche di mamme in difficoltà. Come imprenditrice sentivo ancor di più un forte senso di responsabilità, di apertura alla flessibilità, di apertura alla comprensione. Di consapevolezza di quanto siamo ancora indietro nonostante gli sforzi che comunque facciamo nella parità di genere nel mondo del lavoro. 

Poi andiamo alla fase 3, ossia quella che sto vivendo in questo momento: futura mamma imprenditrice. Immaginare il futuro per me non è facile, soprattutto per me che sono abituata a programmare ogni singolo momento della giornata. Però di una cosa ne sono certa, si può essere mamma e imprenditrice/lavoratrice allo stesso momento. Mamma, donna e lavoratrice allo stesso tempo. Sicuramente prenderò spunto dalle collaboratrici, dalle colleghe/imprenditrici a cui chiedo in continuazione consiglio e sono curiosa di quello che mi aspetta, ma non nascondo che avverto anche un po’ di timore. Ma sono convinta che tutto è possibile. 

In quanto imprenditrice il worklife balance è un aspetto importante ed è per questo che lavoriamo costantemente sul clima aziendale per il benessere dei dipendenti. Sicuramente la formazione è un’arma potente, quindi tutte le attività e i programmi formativi che puntano su un accrescimento delle competenze e della motivazione. Introdurre modalità di lavoro più flessibili, magari ibride tra presenza, per favorire la socializzazione, e distanza, per favorire gli impegni familiari. Ma questo è solo un inizio. Siamo consapevoli di quanto sia importante il benessere dei lavoratori.

Le abilità delle mamme che più sono utili al lavoro sono la gestione del tempo, delle priorità, la proattività, la gestione delle emergenze, la concretezza.

Il consiglio che mi sento di dare alle donne e alle mamme che sono alla ricerca di lavoro è quello di migliorare il self-empowerment: acquisire consapevolezza delle proprie capacità, di comunicare quello che si sa fare e quello che si desidera fare, uscendo dalla zona di comfort e delle abitudini e provando a fare un salto oltre le proprie paure. E di cercare un lavoro/una realtà/un’organizzazione che rispecchi i propri valori e i propri ideali. 

Giovanna Mascolo
CKO & Co Founder
Festa della Mamma 2022 – Giovanna Mascolo
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